13 set 2012

Magia Erebea Scroll





                                                             6
 
1 Est et aliud malum, quod vidi sub sole, et quidem grave apud homines:
2 vir, cui dedit Deus divitias et substantiam et honorem, et nihil deest animae suae ex omnibus, quae desiderat; nec tribuit ei potestatem Deus, ut comedat ex eo, sed homo extraneus vorabit illud: hoc vanitas et miseria mala est.
3 Si genuerit quispiam centum liberos et vixerit multos annos et plures dies aetatis habuerit, et anima illius non sit satiata bonis substantiae suae, immo et sepultura careat, de hoc ego pronuntio quod melior illo sit abortivus.
4 Frustra enim venit et pergit ad tenebras, et in tenebris abscondetur nomen eius.
5 Etsi non vidit solem neque cognovit, maior est requies isti quam illi.
6 Etiamsi duobus milibus annis vixerit et non fuerit perfruitus bonis, nonne ad unum locum properant omnes?
7 “ Omnis labor hominis est ad os eius,
sed anima eius non implebitur ”.
8 Quid habet amplius sapiens prae stulto? Et quid pauper, qui sciat ambulare coram vivis?
9 “ Melior est oculorum visio quam vana persequi desideria ”; sed et hoc vanitas est et afflictio spiritus.
10 Quidquid est, iam vocatum est nomen eius; et scitur quod homo sit et non possit contra fortiorem se in iudicio contendere.
11 Ubi verba sunt plurima, multiplicant vanitatem; quid lucri habet homo?
12 Quoniam quis scit quid homini bonum sit in vita, in paucis diebus vanitatis suae, quos peragit velut umbra? Aut quis ei poterit indicare quid post eum futurum sub sole sit?





Traduzione

Ecclesiaste 6


1 Un altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli uomini. 
2 A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è un estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave!
3 Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: meglio di lui l'aborto, 
4 perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra.
 5 Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quello dell'altro.
 6 Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, forse non dovranno andare tutt'e due nel medesimo luogo?
7 Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca e la sua brama non è mai sazia.
 8 Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi?
9 Meglio vedere con gli occhi, che vagare con il desiderio. Anche questo è vanità e un inseguire il vento. 
10 Ciò che è, già da tempo ha avuto un nome; e si sa che cos'è un uomo: egli non può competere con chi è più forte di lui.
11 Le molte parole aumentano la delusione e quale vantaggio v'è per l'uomo? 

12 Chi sa quel che all'uomo convenga durante la vita, nei brevi giorni della sua vana esistenza che egli trascorre come un'ombra? Chi può indicare all'uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?